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Diritto del Lavoro: contestazione dell’addebito disciplinare

La Corte di Cassazione di recente ha ribadito, che lo scopo della contestazione di addebito disciplinare è finalizzato a consentire al dipendente una difesa immediata che deve, conseguentemente, rivestire il carattere della specificità, senza l’osservanza di schemi prestabiliti e rigidi, purché siano fornite al lavoratore le indicazioni necessarie per individuare, nella sua materialità, il fatto o i fatti addebitati.

La Cassazione ha anche affermato che il fatto contestato ben può essere ricondotto ad una diversa ipotesi disciplinare, ma l’immutabilità della contestazione preclude al datore di lavoro di far poi valere, a sostegno della legittimità del licenziamento stesso, circostanze nuove rispetto a quelle contestate, tali da implicare una diversa valutazione dell’infrazione anche diversamente tipizzata dal codice disciplinare apprestato dalla contrattazione collettiva, dovendosi garantire l’effettivo diritto di difesa che la normativa sul procedimento disciplinare, di cui all’art. 7 della legge 300 del 1970, assicura al lavoratore incolpato.contestazione dell'addebito discipliinare diritto del lavoro

Per quanto sopra ne consegue che la contestazione dell’addebito disciplinare deve essere specifica in quanto il lavoratore deve essere messo in grado di conoscere i fatti addebitati nella loro materialità. (Corte di Cassazione -Sezione Lavoro Civile sentenza n. 13667 del 30 Maggio 2018 – Presidente: Napolitano, Relatore:  Tricomi).

 

Scarica in pdf la Sentenza n. 13667 del 2018 della Corte di Cassazione: sentenza 13667 del 2018 della corte di Cassazione

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