25 Marzo 2025

Libertà di comunicazione privata: quando il licenziamento per chat WhatsApp è illegittimo

La recente ordinanza n. 5936 della Corte di Cassazione, depositata il 6 marzo 2025, segna un punto cruciale nella tutela della privacy digitale dei lavoratori. I giudici hanno stabilito un principio fondamentale: i contenuti di una chat WhatsApp privata non possono essere motivo di licenziamento. La Suprema Corte ha chiarito un aspetto essenziale della comunicazione digitale: i messaggi scambiati in un gruppo riservato di colleghi sono equiparabili a una corrispondenza privata, protetta dall’articolo 15 della Costituzione. Poco importa il contenuto […]
12 Febbraio 2025

Il valore probatorio dei messaggi WhatsApp nel Processo Civile: la recente posizione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha recentemente consolidato un importante orientamento giurisprudenziale sul valore probatorio dei messaggi WhatsApp nei procedimenti civili. Con l’Ordinanza n. 1254/2025 e la precedente Sentenza n. 11197/2023, la Suprema Corte ha delineato un quadro normativo chiaro e moderno, adeguato all’era digitale. La novità più rilevante riguarda l’equiparazione dei messaggi WhatsApp alle riproduzioni informatiche e meccaniche previste dall’art. 2712 del Codice Civile. Secondo la Cassazione, queste comunicazioni possono costituire prova piena dei fatti e delle circostanze in esse […]
21 Settembre 2021

Separazione: i messaggi di Whatsapp con l’amante possono essere prova dell’addebito?

La Corte di Cassazione, con l’Ordinanza n. 12794 del 2021, ha esaminato la tematica dell’efficacia probatoria delle riproduzioni informatiche per determinare o meno l’addebito della separazione, nel caso di un tradimento provato in giudizio dalla moglie con le chat di Whatsapp dell’ex marito con la sua l’amante. Il caso in esame aveva inizio presso il Tribunale di Pistoia che esprimeva la separazione giudiziale dei coniugi, addebitando la separazione al marito sulla base di messaggi whatsapp tra il marito e l’amante […]
28 Ottobre 2017

Quando hanno valore probatorio i messaggi di WhatsApp

Le conversazioni svoltesi sul canale informatico WhatsApp , operata da uno degli interlocutori, costituisce una forma di memorizzazione di un fatto storico, della quale si può certamente disporre legittimamente ai fini probatori, trattandosi di una prova documentale, atteso che l’art. 234, comma 1, codice procedura penale prevede espressamente la possibilità di acquisire documenti che rappresentano fatti, persone o cose mediante la fotografia, la cinematografia, la fonografia o altro mezzo (in tema di registrazione fonica cfr. Sez. 1, n. 6339 del […]
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